Parte della flessibilità, della mobilità e dell'elasticità del sistema muscolo-scheletrico è dovuta al complesso network del sistema fasciale, formato da diversi tipi e strati di tessuto connettivo che si interconnettono e scorrono tra di loro e che possono trasdurre uno stimolo meccanico tensivo o compressivo anche a distanza, attraverso la deformazione di tutti tessuti.
Quando due strati adiacenti diventano aderenti, sia per una cicatrice, sia per un trauma o che per abitudini posturali, possono causare una diminuzione di mobilità. Oltre a ciò, il tessuto fasciale è fondamentale per raccogliere e trasdurre tutta una serie di informazioni sensoriali (per gli studi più recenti soprattutto le fasce muscolari profonde e le aponeurosi), le quali contribuiscono alla propriocezione, all'interocezione e al dolore muscolo-scheletrico.
Credit: Dr. Cabral
Nei tessuti biologici visco-elastici le forze meccaniche influenzano anche i vari processi cellulari e molecolari, grazie a deformazioni locali dell'architettura del tessuto, all'applicazioni di forze lente, all'insorgenza di infiammazione e al progredire di un cambiamento del tessuto in fibrosi, con infiltrazione macrofagica annessa.
Le considerazioni sopracitate ci servono per capire il ruolo del sistema fasciale in un caso di dolore muscolo-scheletrico, come in caso di cervicalgia: è fondamentale quindi analizzare lo stress che riceve un tessuto, la sua rigidità e la sua capacità/incapacità di rispondere a tale stress meccanico.
In caso di dolore muscolo-scheletrico, l'epimisio e le aponeurosi, che sono altamente innervate, possono trasmettere segnali nocicettivi (a causa della presenza della sensibilizzazione periferica e della ipereccitabilità a livello muscolare), soprattutto in caso di infiammazione (neurogena e cronica, con caratteristiche di ischemia e acidosi). Il dolore mio-fasciale può essere caratterizzato da dolore spontaneo che limita il range di mobilità, con punti localizzati, rigidi e dolenti, anche alla palpazione.
Se un tessuto connettivo interfasciale è rigido e ipomobile, i tessuti adiacenti si attivano quindi prima e i muscoli perdono la gamma indipendente di movimento. Un'altra importante conseguenza è che se la forza di taglio tra gli strati di fascia si riduce, gli strati possono aderire e perdere poi del tutto mobilità.
Chiaramente sono necessari ulteriori studi per esaminare il ruolo svolto dalla mobilità della fascia nel dolore muscolo-scheletrico e per comprendere meglio i processi fisio-patologici retrostanti.
> Fascia Mobility, Proprioception, and Myofascial Pain - Langevin, 2021 (disponibile anche in pdf su Google)