Ispirata dai Pazienti di oggi, vorrei approfondire questo concetto: cosa si intende per compressione neuro-vascolare a livello osteopatico?
In termini medici, per compressione neuro-vascolare, si intende un gruppo di sindromi a carico dei nervi cranici che, nel loro decorso di uscita dal cranio, percorrono una breve distanza attraverso il liquor cefalo-rachidiano; anche i vasi sanguigni seguono lo stesso decorso dei nervi cranici (Dallas Ear Institute).
Nel caso in cui ci sia una compressione da parte dei vasi a livello nervoso, possiamo avere l'insorgenza di sintomi, specifici per ogni nervo interessato. I due nervi cranici più comunemente compressi sono il nervo trigemino (sensibilità a livello del viso e innervazione muscoli masticatori) e il nervo facciale (movimenti di espressione facciale) (Dallas Ear Institute).
Quando invece un Osteopata nomina il termine "compressione neuro-vascolare" a livello periferico (es. negli arti superiori o negli arti inferiori), si sta riferendo ad un'altra condizione fisica, in cui svolge un ruolo prominente la fascia (l'anatomia fasciale deve essere vista come una nuova prospettiva sull'anatomia).
La fascia è un tessuto connettivo visco-elastico denso e irregolare che circonda e collega ogni struttura corporea, formando un continuum tissutale tridimensionale e dinamico (la fascia svolge anche un ruolo dinamico nella trasmissione della tensione meccanica e può essere in grado di contrarsi in modo simile alla muscolatura liscia ) in tutto il corpo (Yang et al, 2015) (Findley and Shalwala, 2013).
Ma come si interfaccia con la compagine neuro-vascolare?
Gli strati esterni della fascia profonda degli arti, per esempio, contengono un ricco intreccio di vasi e nervi, con fibre nervose intrafasciali in tutta la fascia profonda (Yang et al, 2015) (Kumkar e Bonar, 2012).
Ulteriore concetto affascinante è che i vasi linfatici hanno un loro tono, una loro autonomia intrinseca di contrazione (grazie a un controllo neurologico colinergico vagale e simpatico) e un'elevata sensibilità alla variazione del flusso. I vasi linfatici si possono adattare e modificare la loro capacità elastica, al fine di controllare la loro funzione di trasporto (Bordoni et al, 2020).
Oltre a ciò, la fascia fascicolare forma una complessa architettura di tunnel adattabili (perinevrio ed epinevrio) che raggruppano la compagine neuro-vascolare all'interno di tutte le strutture muscolo-scheletriche e non solo (Zuegel et al, 2018) (Kumkar e Bonar, 2012):
il perinevrio funge da barriera alla diffusione metabolica attiva
i vasi sanguigni che danno nutrimento ai nervi decorrono nell'epinevrio
il perinevrio e l'epinevrio sono innervati dai nerva nervorum (nei nervi esistono delle terminazioni nervose che trasducono informazioni al sistema nervoso riguardanti il nervo stesso)
La compagine neurologica ha la capacità di adeguarsi, per esempio in caso di variazioni di lunghezza, al fine di preservare le sue funzioni fisiologiche.
Quindi in caso di (Bordoni e Zanier, 2012):
(1) difficoltà nello scorrimento dei diversi strati tissutali attraversati dalle strutture nervose e vascolari
(2) diminuzione della capacità di adattamento della struttura vasculo-nervosa stessa
(3) alterazione della capacità elastica sia a livello vasale che neurale
si ha l'insorgenza di una tensione o una disfunzione dinamica di queste due strutture altamente vitali, che può portare alla comparsa di svariati sintomi, come ad esempio il dolore, la sensazione di gonfiore, di formicolio o di intorpidimento.