Lo sviluppo neuro-motorio non è un processo di facile realizzazione e apprendimento, soprattutto se siamo di fronte al primo figlio. Con questo post vorrei quindi dare dei piccoli suggerimenti alle famiglie che stanno affrontando questo particolare, ma bellissimo periodo del proprio bambino. Tutte le affermazioni di questo post si basano sui lavori di Karen Adolph, che consiglio fortemente di leggere, se interessati all'argomento.
(1) Sono presenti tappe fondamentali motorie che tutti devono seguire, sebbene siano accettate delle peculiarità individuali
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha assegnato le varie età di inizio delle abilità neuro-motorie come tempistiche standard universali (che hanno una finestra di presentazione comunque di circa due settimane, periodo di tempo fondamentale soprattutto nei primi mesi di vita) che tutti i bambini dovrebbero soddisfare, piuttosto che come norme, le quali che descrivono meramente una data popolazione.
Quindi, le età di insorgenza e i traguardi neuro-muscolari sono utili per identificare se sono presenti dei ritardi motori nei bambini o disabilità dello sviluppo neuro-psico-motorio.
Ma cosa si può fare per aiutare il proprio bambino a sviluppare queste capacità (es. rotolare da supino a prono, afferrare un oggetto con una mano stando in equilibrio solo su tre appoggi…)?
La risposta è: notevoli quantità di pratica altamente variabile che si muovono attraverso ambienti complessi e reali, con frequenti opportunità di sperimentare, fallire ed adattarsi.
(2) L'osservazione quotidiana determina lo sviluppo del proprio bambino
Le abilità neuro-motorie non sono lineari, ma mostrano delle oscillazioni con inizi e riprese: il primo passo o il camminare attraverso una stanza non determinano l’acquisizione immediata di quella capacità.
Si è visto attraverso osservazioni settimanali o mensili che le capacità neuro-motire si traducono in traiettorie evolutive che appaiono assolutamente graduali.
(3) I punti di partenza possono variare
Prima che un bambino intraprenda i primi passi di camminata sicura e indipendente, in genere mostra altre abilità in posizione verticale, infatti la prima forza da vincere non è quella cinetica, ma la forza di gravità.
Quindi è fondamentale per il bambino sperimentare queste fase intermedie, poiché sono propedeutiche per la capacità motoria finale (che sarà sempre comunque in adattamento) e l’insorgenza e lo sviluppo dei circuiti spino-cerebrali necessari.
(4) Le abilità motorie sono sempre perfezionabili
Non esistono capacità motorie che non si possano perfezionare ed adattare alla situazione in cui ci si trova, anche dopo “l'endpoint maturo”, determinato dai Ricercatori.
(5) L'educazione motoria è basilare
Le pratiche quotidiane di educazione dei figli influenzano sia l'età di inizio di una data capacità motoria, sia la forma di acquisizione di tale abilità.
Pochi minuti di pratica quotidiana si traducono in una maggior sicurezza posturale, motoria e sensoriale; in questo caso la libertà di movimento è cruciale per lo sviluppo motorio di un bambino… NON LASCIARE IL BAMBINO TUTTO IL GIORNO SUPINO O SEDUTO DAVANTI ALLA TV!
Da Torres et al, 2016
(6) L'esperienza non è il semplice passare del tempo
Vale di più l’esperienza di un movimento che la data di esordio di quel movimento:
per esempio, sebbene l'età dei bambini per l’insorgenza della camminata sia un potente predittore dello sviluppo e la maturazione neuro-motoria (es. mielinizzazione del tratto cortico-spinale), i ricercatori hanno da tempo riconosciuto che l'età non è una variabile esplicativa, bensì l'esperienza di camminata in giorni, ovvero l’ “età di deambulazione" e i cicli ripetuti di percezione-azione in tempo reale, in termini di scioltezza, automatismo, coerenza, stabilità e fluidità del movimento.
(7) Gli input modellano l'apprendimento
Un input quotidiano, inteso come variabile e di sfida per il bambino (… non fategli fare sempre le stesse cose…), favorisce l'apprendimento e la maturazione dei circuiti fondamentali per la gestione del corpo, in termini staticità, forza, equilibrio e dinamismo:
· Distanza
· Tempistiche
· Alternanza tra movimento corretto ed errore
· Superfici e/o materiali diversi
· Gesti asimmetrici
· Direzioni (es. camminare avanti, indietro…)
(8) I risultati dello sviluppo non sono motivazioni in tempo reale
Nel corso dei primi mesi di apprendimento, i bambini imparano a conoscere corpi in via di sviluppo, le loro abilità, l'ambiente fisico e quello sociale in cui si trovano.
Tuttavia, i bambini non si prefiggono a priori di sperimentare a priori una certa esperienza locomotoria: la maggior parte delle azioni viene realizzata in assenza di un obiettivo a breve termine.
Pertanto, le motivazioni a breve termine dei bambini (es. tirare un gioco a terra) non riflettono necessariamente i risultati dello sviluppo (es. acquisizione dell’abilità competente motoria dell’arto superiore).
(9) Il comportamento avviene in un corpo compreso in un ambiente
Due componenti cruciali nello sviluppo sono il corpo del bambino e l'ambiente in cui sperimenta se stesso.
Lo stato attuale del corpo (es. lunghezza della gamba, del braccio…) e dell'ambiente influenza i vincoli biomeccanici del gesto motorio.
Perciò i cambiamenti nelle dimensioni del corpo che i bambini devono affrontare fino alla pubertà e la diversa posizione del centro di massa richiedono modifiche nella postura e nel posizionamento della base di appoggio, grazie all’input delle varie informazioni sensitivo-percettive (es. vista, tatto…).
Oltre a ciò, i cambiamenti nella disposizione ambientale (es. scale, mobili, animali domestici…) e nelle superfici del terreno (es. presenza di tappeti, diversa pendenza o materiale) richiedono ai bambini di modificare in maniera importante la loro andatura o di selezionare un metodo alternativo di locomozione.
… camminare è un atto creativo!
(10) L’abilità è la medesima, lo stile è diverso
Esiste una variabilità interindividuale e intraindividuale evidente nelle varie fasce di età per l'acquisizione di una competenza, come può essere la camminata.
I bambini infatti possono mostrare e si possono impegnare in strategie diverse per risolvere prima il problema del camminare: c’è chi si spinge in avanti con passi brevi e minuscoli, c’è chi si inclina in avanti in punta di piedi e cade a ogni gradino e chi ruota il busto per far oscillare le gambe da ogni lato.
PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO, LEGGETE QUESTI ARTICOLI! https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5182199/