Analizzare e risolvere le problematiche psico-motorie relative all'occupazione lavorativa giornaliera da un punto di vista osteopatico e posturale, non implica solo pensare al rapporto tra i macchinari, la posizione lavorativa, l'ambiente di lavoro e il Paziente, ma anche alle caratteristiche qualitative intrinseche che costituiscono tali singoli elementi; tutto ciò è fondamentale per raggiungere un miglior stato di benessere del soggetto e quindi di conseguenza portare ad una migliore produzione nei vari termini richiesti da un datore di lavoro: rendimento, attenzione, concentrazione e prestazione.
In questo post vorrei analizzare l'importanza del tacco nelle calzature, attraverso alcuni articoli scientifici recenti, al fine di identificare quelle caratteristiche qualitative intrinseche che permettono un adeguato supporto sia nella statica (ortostasi e posizioni mantenute) che nella dinamica (deambulazione o movimenti ripetitivi) durante le nostre attività quotidiane.
Tacchi alti (> 5 cm)
Si è visto come i tacchi alti potenzialmente aumentino il rischio di degenerazione articolare nel sesso femminile (essendo i maggiori usofruitori), soprattutto per quanto riguarda le articolazioni degli arti inferiori (caviglia-ginocchio-anca), ma anche a livello della colonna lombo-sacrale (Park at al. 2016) (Titchenal et al. 2015). Inoltre, data la posizione del retropiede, sempre che una scarpa col tacco alto porti ad un'elevata usura e sollecitazione della porzione plantare dell'osso calcaneare e del tendine del tricipite della sura (muscolo del polpaccio che fa stare sulle punte) (Titchenal et al. 2015).
Oltre a ciò, sembra che questa tipologia di calzature aumenti l'attività muscolare compensatoria dei muscoli erettori della colonna cervicale (Park at al. 2016): infatti sembra che ci sia un cambiamento nella postura globale del corpo, nella posizione del baricentro corporeo e della dissipazione dei carichi sull'intera colonna vertebrale (Park at al. 2016).
Ma per quale ragione biomeccanica il triangolo inferiore (regioni anatomiche dalla 3° vertebra lombare verso il basso) dovrebbe influenzare la cervicale? Il movimento della colonna cervicale aiuta altre sì a mantenere la stabilità del capo nello spazio, come anche il suo controllo posturale durante i movimenti; compensa inoltre il movimento del tronco, allo scopo di mantenere la stabilità della testa durante le oscillazioni dell'andatura (Park at al. 2016).
Tacchi bassi (< 5 cm)
Al contempo dobbiamo chiederci se delle calzature con un tacco ridotto possano essere idonee per le nostre attività quotidiane: la Dr.ssa Saoirse Waldron del Spectrum Foot Clinics non sembra essere concorde, infatti fa presente come le scarpe con il tacco basso non diano nessun adeguato supporto all'arco plantare, come anche non presentino alcun meccanismo efficace di shock-absorb delle sollecitazioni provenienti dal terreno durante la deambulazione o l'ortostasi o la dissipazione della forza di gravità dalle strutture al di sopra del piede; tutto ciò sfortunatamente può facilitare una condizione di infiammazione a livello della volta plantare e delle strutture mio-fasciali e articolari del piede. Quindi la domanda sorge spontanea: che scarpe scegliere per il lavoro quotidiano? Che:
- sostengano la volta plantare (vedere la costruzione della suola e la sua altezza) - stabilizzino la caviglia (materiale e la sua altezza attorno al collo del piede, presenza soltanto di cinturini) - abbiano un meccanismo di shock-absorb (per chi sta tanto in piedi o chi deve camminare a lungo) - siano del numero giusto (la calzatura deve aderire al piede senza stringere eccessivamente o lasciare spazi) - non siano troppo strette sulle dita (ciò potrebbe favorire condizioni come il neuroma di Morton) - abbiano un tacco al di sotto dei 5-6 cm (per non sollecitare la catena mio-fasciale posteriore dell'arto inferiore) - siano di un materiale traspirante e pulibile (la salute non sta soltanto nella struttura, ma anche nell'igiene della scarpa) - abbiano un tacco largo (consente nonostante le alterazioni sopracitate di dare maggior stabilità al retropiede)
- attenzione per le scarpe antinfortunistiche: la scelta tra le diverse tipologie deve essere effettuata in base alla legge specifica che tratta tale argomento, ossia la n. 626 del 1994, poi confluita nel Testo Unico sulla Sicurezza D.Lgs. 81/2008
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