La dismenorrea si definisce come ciclo mestruale doloroso e può avere diverse eziopatogenesi, infatti si può classificare come primaria (senza una patologia specifica alla base collegata all'apparato riproduttivo) o come secondaria (con alla base una patologia ben definita a carico dell'endometrio, del miometrio, della cervice uterina o delle ovaie, con un processo infiammatorio associato di risposta e controllo).
Ma che tecniche manipolative osteopatiche possono essere utilizzate su una Paziente con tale quadro clinico?
Possono essere utilizzate diverse tecniche che devono necessariamente prendere in considerazione prima di tutto i meccanismi che supportano e mantengono tale quadro clinico, ma anche i principi di trattamento osteopatici, che danno delle indicazioni sul tipo di tecnica da scegliere, sul suo ritmo e sulla sequenza soggetto-dipendente da intraprendere durante la sessione di trattamento.
Le tecniche più utilizzate nella bibliografia sono le tecniche neuro-muscolari a livello lombo-sacrale e a livello addominale (Barassi et al, 2018), ma si tiene conto anche di tecniche che affrontano le disfunzioni soggetto-dipendenti, o meglio inquadrate in un trattamento black-box, che non si concentrano solo sulla regione anatomica dove sono presenti i sintomi (Schwerla et al, 2014).
Definite le tipologie di tecniche utilizzate negli studi effettuati finora, mi sembra utile vagliare i probabili meccanismi patologici sottostanti che favoriscono e mantengono la dismenorrea, al fine di chiarire i possibili principi di trattamento, sebbene su entrambi i punti non si abbiano ancora delle certezze consolidate. Alcune ipotesi si riferiscono per lo più al sistema nervoso, al processo infiammatorio e alla componente ematica, senza una correlazione ad una patologia specifica, come può essere l'endometriosi o un fibroma:
(1) trasduzione di stimoli nocicettivi e infiammatori da altre strutture viscerali o muscolo-scheletriche delle pelvi (per esempio pavimento pelvico, articolazione coxo-femorale o pube) e/o della regione addomino-lombare (per esempio dolore a livello dell'ipocondrio, a livello del quadrato dei lombi o del sacro), per condivisione della stessa compagine nervosa che trasduce gli stimoli dalla periferia al midollo, processo definito come cross-sensitization (Proctor et al, 2006)
(2) alterazione della funzione biomeccanica, neurologica, infiammatoria e di controllo ematico dei livelli rachidei di S2-S4 (porzione pelvica sacrale) e di T10-L2 (porzione toraco-lombare ortosimpatica), con associata una riduzione della mobilità vertebrale e una mantenuta influenza neurologica autonoma sulla componente ematica verso i visceri pelvici (Proctor et al, 2006)