Introduzione
Il nuoto è uno sport molto particolare, poiché richiede un efficiente e coordinato funzionamento di più sistemi: in primis di quello cardio-vascolare, essendo uno sport aerobico e di resistenza, quindi anche del sistema muscolo-scheletrico che deve supportare lo sforzo fisico del gesto atletico, ma deve anche gestire il fatto che non abbiamo alcuna base di appoggio. Non solo, anche il sistema respiratorio deve essere performante e armonizzato, essendoci per diverso tempo durante la pratica del nuoto una sostanziale mancanza di ossigeno.
Analisi del movimento
La principale forza propulsiva durante il nuoto proviene dalla porzione superiore del corpo. In questo post non sarà discussa la relazione tra nuoto e alterazioni funzionali come ausilio in presenza delle ultime (es. correlazione tra nuoto e scoliosi), ma sarà approfondito soprattutto il carico significativo che interessa la spalla, il cingolo scapolare e il triangolo superiore, tra una richiesta di stabilità e di mobilità (sempre in termini di disfunzione somatica, la quale è definita come una funzione alterata o alterata di componenti correlati del sistema somatico e può comparire nella fase iniziale della sensazione di dolore) (Granger et al., 2019).
Il nuoto richiede molti movimenti ripetitivi al di sopra della testa (overhead movement), o almeno dai 90° in su rispetto all'asse trasverso passante per il cingolo scapolare. Sia questo posizionamento che il movimento in toto può favorire un quadro di impingement (Granger et al., 2019).
L'impingement è la condizione in cui alcuni dei tessuti molli propri della spalla si infiammano (soprattutto a livello del tendine del muscolo sovraspinato), a causa dell'attrito e del conflitto con le vicine strutture ossee.
La sintomatologia comprende: dolore acuto e a fitta in determinate posizioni (movimenti/posizioni overhead o in compressione, per esempio durante la notte). Il movimento sopracitato avviene soprattutto nella fase di recupero sia dello stile libero che del dorso; per fortuna anche durante la pratica sportiva ci possono essere degli escamotage affinché l'atleta non senta troppo dolore: quando si esegue lo stile libero non si deve ad esempio oltrepassare la linea mediana quando la mano entra in acqua (Lee et al., 2018).
Oltre al dolore, ci sono anche altri segnali rivelatori durante la pratica sportiva: durante la fase di recupero il nuotatore potrebbe per esempio non alzare il gomito e portare invece un braccio molto largo durante la fase di recupero e di ingresso della mano.
Oltre a quanto scritto sopra, bisogna ricordare che il nuoto può essere particolarmente sbilanciato a livello muscolare, poiché si sfrutta un'elevata quantità di sollecitazione sui muscoli che ruotano internamente e adducono la spalla; i muscoli che eseguono prevalentemente questi movimenti sono il gran dorsale e i pettorali (Granger et al., 2019).
Per di più, una spalla molto mobile fornisce un vantaggio significativo durante le bracciate, in quanto consente di posizionarsi in maniera più adeguata al fine di aumentare la lunghezza della bracciata stessa e ridurre quindi la quantità di resistenza; tuttavia questa propensione favorisce quadri di instabilità e lesione (Lloyd and Jones, 2020).
Come può un Osteopata aiutare un nuotatore (in collaborazione con l'allenatore)?
Ci sono diversi modi in cui il trattamento manipolativo osteopatico può aiutare un nuotatore, insieme al lavoro che svolge insieme al suo allenatore, e non solo dal punto di vista muscolare, come introdotto nel primo paragrafo.
- ESAME FUNZIONALE: valutazione del range di movimento articolare, della forza muscolare e della resistenza (non solo del triangolo superiore, ma del corpo in toto, essendo un'unica unità funzionale), ma anche a livello toracico e diaframmatico come macro area funzionale, al fine di favorire il lavoro del sistema respiratorio
- ESAME DISFUNZIONALE: in particolare per i nuotatori con infortuni in anamnesi può essere estremamente utile determinare se c'è qualcosa si può cambiare o modificare nella tecnica dello stile scelto, al fine di ridurre il rischio di lesioni, anche a livello della colonna vertebrale
- MONITORAGGIO E GESTIONE DELLA QUANTITA' DI CARICO: questo consiglio può essere seguito registrando la quantità di chilometri e sessioni di nuoto/rinforzo in palestra che si stanno eseguendo
- ALLUNGAMENTO DINAMICO E STATICO: incorporare allungamenti dinamici nel trattamento manipolativo osteopatico favorisce la velocità e l'esplosività del gesto atletico, mentre prediligere l'allungamento statico nel post attività favorisce il drenaggio linfatico e la pulizia tissutale da prodotti potenzialmente pro-infiammatori