In letteratura si è molto parlato dell'eziopatogenesi del dolore al gomito nei quadri di epicondilite (gomito del tennista - tendinopatia dei muscoli estensori dell'avambraccio - maggior frequenza di presentazione) ed epitrocleite (gomito del golfista - tendinopatia dei muscoli flessori dell'avambraccio - 15%-20% di presentazione), evidenziando come la tendinopatia non abbia un mero substrato infiammatorio, ma soprattutto un interessamento degenerativo e di disorganizzazione strutturale del tendine in questione (Morin and Aubin, 2014).
Ma come può un Osteopata aiutare in caso di dolore al gomito, con o senza quadro di tendinopatia?
Successivamente a una valutazione completa dell'articolazione e dei tessuti molli del gomito e di quelli in correlazione anatomica e funzionale con esso, l'Osteopata potrà decidere di utilizzare diverse tecniche, come (Civitillo, 2018) (Frydman et al, 2018):
tecniche dirette sui tessuti molli
allungamento mio-fasciale
mobilizzazione articolare
esercizi eccentrici
Ma non solo, sarà utile discutere con il Paziente (ogni quadro clinico è a sè stante!) di alcune piccole modifiche che si possono realizzare durante la routine quotidiana, al fine di evitare di aggravare i sintomi e in ambito sportivo di ridurre la percentuale di infortuni (Civitillo, 2018).
Una tendinopatia non migliora solo con il riposo!
Oltre a quanto detto in letteratura e nei paragrafi precedenti, mi sembra utile aggiungere che, per ridurre una sintomatologia algica a livello del gomito, sia necessario modificare anche il carico che attraversa e si dissipa nell'area di questa articolazione e quindi il funzionamento dell'intero arto superiore; è utile quindi rafforzare sia la compagine muscolare, migliorare la forza di presa, ma anche migliorare il flusso sanguigno e incentivare così i processi di guarigione (Frydman et al, 2018) (Kutzer et al, 2016).
Per di più, bisogna evidenziare come l'interazione biomeccanica tra i diversi segmenti dell'arto superiore induca il movimento di più articolazioni. Studi recenti hanno dimostrato che i riflessi a lunga latenza dei muscoli della spalla integrano le informazioni sul movimento sia della spalla che del gomito, quindi hanno dimostrato anche un intrinseco accoppiamento flessione-estensione delle due articolazioni, derivante dalle dinamiche intersegmentali del braccio (Kutzer et al, 2016).