La corsa è un sport di facile esecuzione, rispetto ad altri sport che necessitano di strumentazioni particolari, ed è molto praticato in Italia (il 77% degli italiani la la sceglie come attività sportiva primaria). Tuttavia la facilità del correre permane solo nell'equipaggiamento, non nella sua realizzazione pratica.
Ogni volta che poniamo il piede a terra infatti, la muscolatura degli arti inferiori deve riequilibrare il baricentro corporeo in concerto con la muscolatura del tronco e degli arti superiori (le rotazioni corporeo sul piano traversale, ossia la rotazione delle spalle o del bacino, non incidono sull'efficacia della corsa [misurazione in percentuale: 1%]), poiché il baricentro non si troverà esattamente sopra la base d'appoggio, ma risulterà più posteriore e più verso l'alto.
Purtroppo in questo lavoro simultaneo e di più elementi, dobbiamo ricordaci che il corpo umano è composto da leve per lo più veloci, sebbene risultino svantaggiose nella dinamica e nella cinetica (leve formate dai muscoli lunghi e sottili, mentre le leve corte sono formate da muscoli corti e forti). Nonostante ciò si può e si deve migliorare la propria prestazione e quindi diminuire la probabilità di infortuni, attraverso una miglior gestione delle energie, ottenuta da un miglior rapporto tra rendimento e fatica.
Parlando di gestione delle riserve energetiche, è stato dimostrato che a parità di allenamento aerobico, l’applicazione delle conoscenze biomeccaniche può migliorare la propria prestazione, infatti ogni allenamento dovrebbe essere preceduto da un'osservazione, da un'analisi e da un approfondimento del proprio gesto atletico, prendendo in considerazione: (1) postura (2) tensione muscolare (3) mobilità articolare (4) abilità coordinative.
E’ quindi fondamentale per qualsiasi runner, amatoriale e non, sottoporsi in maniera regolare a un check-up posturale, al fine di correggere eventuali asimmetrie o disfunzioni corporee oppure aiutare aree che risultano invece in sovraccarico funzionale, migliorando quindi l’efficienza del gesto atletico.
Esame obiettivo posturale osteopatico
Questo tipo di esame obiettivo permette di individuare in ortostasi se il Paziente abbia delle zone che non seguono in maniera armoniosa lo schema posturale di funzionamento di base. Durante l'analisi, l'Osteopata analizzerà sia gli eventuali schemi latero-torsivi o antero-posteriori e la loro connessione con il baricentro, ma anche l'equilibrio delle masse, in particolar modo tra le diverse zone rachidee (della colonna spinale) e le estremità. Proprio perché stiamo parlando di Pazienti che corrono, di fondamentale importanza sarà l'analisi dell'appoggio plantare, sia come articolazioni e tessuti molli del piede, ma anche come poligono di appoggio che considera entrambi le superfici plantari.
Esame obiettivo posturale dinamico osteopatico
Questo tipo di esame obiettivo permette di far realizzare alcuni movimenti al Paziente, i quali permettono di identificare le zone primarie che stanno limitando la mobilità del soggetto. I movimenti possono essere sia attivi che passivi, al fine di valutare la componente articolare, cercando di quantificare il range delle varie articolazioni corporee, ma anche la qualità dei tessuti, che se alterata, potrebbe influenzare negativamente il gesto tecnico finale.