La sindrome delle gambe senza riposo (RLS), o malattia di Willis-Ekbom (WED), è definita come un disturbo del sonno, neurologico senso-motorio, caratterizzato da un bisogno di muovere le gambe a causa di sensazioni spiacevoli, diagnosticato secondo i criteri dell'International RLS Study Group (ultima versione aggiornata nel 2002).
I sintomi si verificano generalmente a riposo e sono alleviati dal movimento; di solito peggiorano la sera (Srivanitchapoom et al, 2014). Oltre a ciò la RLS è associata a scarsa qualità del sonno, scarsa funzionalità diurna, diminuzione della qualità di vita ed eccessiva sonnolenza diurna (Dunietz et al, 2017).
Raccomandazioni per il trattamento dei sintomi della RLS in assenza di gravidanza sono state proposte dall'American Academy of Sleep Medicine (AASM), insieme alla European Federation of Neurological Societies, alla European Neurological Society e alla European Sleep Research Society (EFNS / ENS / ESRS) nel 2012.
Possibili cause, che differenziano la RLS in una forma idiopatica e in una forma secondaria, sono (Gupta et al, 2016):
storia familiare di RLS
bassi livelli di ferro
diabete
uremia
gravidanza
malattia di Parkinson
neuropatie periferica, radicolopatia e mielopatia
artrite reumatoide
uso di antipsicotici e antidepressivi
malattia renale allo stadio terminale
Sebbene si sia tentato di stilare una chiara distinzione tra RLS idiopatica e secondaria, purtroppo non è sempre detto che, ad esempio, una RLS associata a carenza di ferro migliori con la terapia con ferro (Gupta et al, 2016).
Cosa potrebbe causare la RLS in gravidanza (Dunietz et al, 2017)?
E' stato riscontrato che la prevalenza della RLS varia con lo stato della gravidanza, infatti generalmente aumenta fino al terzo trimestre e migliora durante le prime quattro settimane di post-partum.
È stato scoperto che le donne in gravidanza con sintomi di RLS potevano avere (Gupta et al, 2016):
livelli sierici di ferritina e folato inferiori prima del concepimento e durante ogni trimestre di gravidanza
storia di RLS prima del concepimento, la RLS durante la gravidanza precedente
emoglobina < 11 g/dl
integrazione inadeguata di ferro e folato durante la gravidanza
consumo di caffè prima della gravidanza (fattore di rischio)
ulcera peptica (fattore di rischio)
Come la ricerca delle cause della RLS, anche la fisiopatologia rimane ancora sconosciuta. Le ipotesi più accreditate, soprattutto in gravidanza, sono (sembra che queste possano essere addirittura correlate le une alle altre, anche se non è disponibile una spiegazione completa) (Kondori et al, 2020) (Srivanitchapoom et al, 2014):
(1) disfunzione del sistema dopaminergico nigro-striatale - una esposizione prolungata o alte concentrazioni di 17β-estradiolo nel tessuto striatale sembrano portare ad una ridotta reattività della dopamina striatale, con inibizione del rilascio di dopamina nella circolazione sanguigna della ghiandola pituitaria anteriore
(2) esaurimento del ferro e della ferritina (metabolismo del ferro e dei folati) - la ferritina sierica bassa prima o durante la gravidanza iniziale è stata segnalata come un predittore di RLS durante la gravidanza
(3) influenza genetica
(4) meccanismi ormonali - sono principalmente considerati gli estrogeni (in particolare l'estradiolo), il progesterone, la prolattina e l'ormone tiroideo. Nella normale fisiologia delle donne in gravidanza, tutti questi ormoni aumentano e raggiungono il picco in breve termine
Come si può gestire la RLS in gravidanza (Kondori et al, 2020) (Srivanitchapoom et al, 2014)?
Innanzitutto, la gestione dei sintomi della RLS dovrebbe iniziare con un approccio non farmacologico, che includa: (1) attività con alto coinvolgimento mentale, come i cruciverba (2) astinenza dalla caffeina (3) rimozione (se possibile, secondo le indicazioni del Medico che ha prescritto i farmaci) di farmaci noti per aggravare la RLS, come ad esempio antidepressivi, neurolettici, antiemetici, e antistaminici sedativi.
Se l'approccio di cui sopra non riduce i sintomi, è necessario prendere in considerazione un approccio farmacologico per un'ulteriore gestione (sempre sotto specifico controllo e prescrizione medica): (1) integrazione di ferro (2) agenti dopaminergici (3) benzodiazepine (4) oppioidi o (5) agenti antiepilettici.
Il trattamento manipolativo osteopatico può essere d'aiuto?
L'integrazione del trattamento manipolativo osteopatico fornisce ai Pazienti un'opzione di trattamento aggiuntiva e non invasiva, che può migliorare i sintomi e la qualità della vita (Sinha, 2017).
Ma prima di trattare il Paziente in visita, è necessaria una diagnosi differenziale approfondita, con l'aiuto anche di Medici Specialisti, tra (Sinha, 2017):
acatisia: bisogno interiore di muovere tutto o parti del corpo, senza disturbi focali o sensoriali agli arti
neuropatia: il tipico disturbo sensoriale include intorpidimento, formicolio e dolore. Tuttavia, i sintomi neuropatici differiscono anche dai sintomi RLS in quanto di soli o non sono associati a irrequietezza motoria o aiutati dal movimento, né peggiorano di sera o di notte
crampi notturni alle gambe: contrazioni muscolari involontarie unilaterali, dolorose, palpabili, le quali sono spesso locali con insorgenza improvvisa
disagio posizionale: dovuto generalmente a una pressione che comprime la componente neurologica o limita il flusso sanguigno
sindrome delle gambe dolorose e delle dita dei piedi in movimento: caratterizzata da un forte dolore o bruciore in uno o entrambi i piedi e associata a movimenti ripetitivi delle dita dei piedi
patologie vascolari (inclusa TVP e claudicatio intermittens): i Pazienti generalmente non hanno un polso periferico intatto e mostrano un edema o estremità fredde. Solitamente c'è un peggioramento con l'attività e non con il riposo
Esistono prove di qualità, da moderata ad alta, che suggeriscono che anche la terapia manuale (in particolare con tecniche di rilascio mio-fasciale, counterstrain o per i punti trigger a livello dei muscoli piriformi e dei muscoli posteriori della coscia), o un dispositivo di vibrazione o la stimolazione elettrica (tramite macchina TENS) migliorerebbero significativamente i sintomi (Sinha, 2017) (Peters and MacDonald, 2013).