La colica, da definizione, è un dolore forte, improvviso e a fitta con a monte diverse cause, che interessano diversi organi e/o visceri (es. colon, vie urinarie, vie biliari, ovaio, stomaco e pancreas à colica intestinale, colica addominale, colica renale o colica epato-biliare) (Humanitas) (Manuale MSD – Kimmel, 2018).
Il dolore deriva sostanzialmente da repentine contrazioni e/o spasmi della muscolatura liscia, a causa di una ostruzione (es. ostruzione intestinale o presenza di volvolo intestinale, stenosi di natura infiammatoria o tumorale, ernie della parete), di una infiammazione/infezione (es. sindrome del colon irritabile, colite spastica, morbo di Crohn, colite ulcerosa), ma anche a causa di eventi stressogeni, ansia, alimentazione eccessiva, disturbi alimentari o di aerofagia (Humanitas).
Oltre al dolore, altri sintomi concomitanti da monitorare possono essere (Humanitas):
Nausea e vomito
Pallore e aumento di sudorazione
Febbre e diarrea (soprattutto in una situazione infettiva)
Meteorismo, gonfiore e addome contratto
Ittero (colorito giallo della cute e degli occhi, soprattutto nella colica biliare)
Da Zeevenhooven et al, 2018
Per quanto riguarda invece la colica infantile, appare in genere entro il primo mese di vita, con recrudescenze a circa 6 settimane di vita, fino ai 3 ai 4 mesi (Banks et al, 2020) (Manuale MSD – Kimmel, 2018) . Essa è accompagnata da un pianto irrefrenabile (Sung, 2018).
Nonostante 50 anni di ricerca, la sua patogenesi non è completamente compresa e la gestione ottimale è ancora discussa (Daelemans et al, 2018).
Tuttavia, in questo particolare momento della vita del proprio bambino, bisogna assolutamente appurare se sono presenti disturbi gastro-intestinale come ad esempio un aumento del gas intraluminale, dismotilità e disbiosi intestinale, reflusso gastro-esofageo, allergia alle proteine del latte vaccino o intolleranza al lattosio (Mai et al, 2019) (Daelemans et al, 2018) (Sung, 2018).
Bisogna quindi ricordarsi anche i criteri di Roma IV, che descrivono le coliche nei bambini dalla nascita ai 5 mesi di età, per rendere la definizione di colica infantile più coerente ai fini della ricerca.
I criteri sono i seguenti (Banks et al, 2020):
Un bambino di età inferiore a 5 mesi
Periodi ricorrenti e prolungati di pianto, agitazione o irritabilità del bambino - segnalati dai genitori/persone che ne hanno la responsabilità - che si verificano senza una causa apparente
Nessuna evidenza di ritardo di crescita del bambino, febbre o patologia in atto
Oltre a ciò, è fondamentale capire se a questo pianto incessante (fino a 3 ore al giorno in un lattante di 6 settimane di vita) (Sung, 2018) è collegata un’altra patologia, come ad esempio (Manuale MSD – Kimmel, 2018):
SISTEMA RESPIRATORIO: infezione dell'orecchio (es. otite media), bronchiolite
SISTEMA URO-GENITALE: infezione delle vie urinarie, torsione testicolare
SISTEMA NEUROLOGICO: meningite, aumento della pressione intracranica
SISTEMA GASTRO-ENTERICO (patologie acute): appendicite, reflusso acido o occlusione intestinale
Segni d'allarme da monitorare nel periodo di pianto inconsolabile (Manuale MSD – Kimmel, 2018):
Vomito (soprattutto se è verde o vi è la presenza di sangue o si verifica sopra le 5 volte al giorno)
Stitichezza o diarrea, in particolare in presenza di sangue o muco
Febbre
Letargia
Scarso aumento di peso
Detto ciò, possono essere d'aiuto le seguenti misure (Banks et al, 2020) (Manuale MSD – Kimmel, 2018) (Yao et al, 2016) (Critch, 2011) = PURTROPPO NON ESISTE UN APPROCCIO BASATO SULL'EVIDENZA PER GESTIRE IL PIANTO INFANTILE PERSISTENTE
Per i neonati che piangono per brevi periodi, provare a tenerli in braccio, cullarli facendoli oscillare e in alcuni casi fasciarli, posizionarli sullo stomaco (proni sul proprio avambraccio), accarezzarli gentilmente e farli succhiare di più (es. ciuccio)
Proporre una musica dolce o rumori costanti (es. aspirapolvere o asciugacapelli), ridurre l'illuminazione nella stanza, tenere fratelli e/o animali domestici in un'altra stanza, evitare odori o profumi forti
Dato che l'affaticamento spesso contribuisce al pianto eccessivo, i genitori devono incoraggiare il piccolo ad un buon sonno ed evitare che il bambino diventi dipendente dai genitori
Cambiare il tipo di latte (l'American Academy of Pediatrics sconsiglia l'uso di formule a base di soia nel trattamento delle coliche a causa della loro mancanza di benefici) o alimenti assunti dalla mamma (la dieta più consigliata è quella ipoallergenica) che possono infastidire il piccolo (es. caffè, tè, uova, noci, grano, soia, latticini, coca-cola o cioccolato) e nutrire il neonato in una stanza buia può facilitare il sonno del neonato
Recenti prove sono emerse di un possibile ruolo dei probiotici nelle coliche infantili. Si tratta di "microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute all'ospite"
Sottoporre il piccolo a massaggi dolci e regolari da parte delle mamme
Migliorare l’interazione genitore-bambino, gestendo l'ansia e gli stati depressivi dei genitori e il fumo materno (evitandolo!!!)