... per rispondere a questa domanda partiamo da alcune definizioni ...
La classificazione delle cefalee è complessa e articolata, ma la tipologia più frequente è la cefalea di tipo tensivo (nella nuova classificazione viene utilizzata per i termini più desueti di cefalea essenziale, cefalea idiopatica, cefalea muscolo-tensiva, cefalea da stress, cefalea psicogena e cefalea psico-miogena.); il termine "tensivo" non indica solamente la correlazione con la compagine mio-fasciale della testa e del cingolo scapolare (Caamano-Barrios et al, 2020).
Questo tipo di cefalea ha come caratteristiche (Caamano-Barrios et al, 2020) (Chowdhury, 2012):
qualità di dolore: gravativo-costrittivo a livello del capo
posizione del dolore: percepito frequentemente da entrambi i lati della testa
entità del dolore: da lieve a moderato, o anche talvolta intenso
durata dell'episodio: dalle 4 alle 6 ore, sebbene può risultare più o meno duraturo; questo tipo di cefalea può essere classificata anche come episodica sporadica, episodica frequente, cronica
eventi associati: sensazione di aumento del tono e di dolorabilità della muscolatura del cingolo scapolare e del capo
Sebbene ci siano stati notevoli passi avanti nella comprensione di questo tipo di cefalea, la causa non è ancora stata appurata con certezza (Ashina, 2012).
Tra i fattori che potrebbero essere favorenti questo tipo di condizione clinica possiamo ritrovare: lo stress, soprattutto associato all'attività lavorativa, la riduzione della qualità e della quantità di sonno, alterazioni nella masticazione e nella occlusione, pasti irregolari, sia come tempo che come quantità, ma anche l'assunzione (o meno) di caffeina e posizioni mantenute nel tempo (Jensen, 2018).
Le teorie che sottostanno all'esordio di questo tipo di cefalea sono altrettanto varie, comprendendo ad esempio la contrazione frequente della compagine muscolare (come ad esempio nel bruxismo), un'alterazione nei sistemi di integrazione e di inibizione delle informazioni dolorifiche, una diversa produzione della serotonina e un sensibilizzazione delle vie del dolore, in particolar modo da parte dell'ossido nitrico (Taylor, 2020) (De Tommaso et al, 2012).
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https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6443880/
Avendo compreso quanto scritto sopra, cosa possiamo fare durante la nostra giornata a livello posturale, al fine di non favorire l'esordio di questo tipo di mal di testa?
Consapevolezza posturale e propriocettiva: si è visto che miglioramenti nella consapevolezza posturale e nella funzione propriocettiva, attraverso interventi multimodali, sono stati associati a miglioramenti nell'intensità del dolore spinale e cranico (Cramer et al, 2018) (Yong et al, 2016)
Allineamento della colonna vertebrale: sembra che il dolore spinale e il mal di testa siano associati a deviazioni della postura spinale (es. se si usa molto il telefono durante il lavoro, prediligere le cuffiette e non il mantenimento del telefono tra capo e spalla); questi cambiamenti biomeccanici sembra che possano influenzare addirittura lo spessore muscolare dell'area cranio-cervicale (Lee and Lee, 2019) (Fortner et al, 2018)
Usare per lo stretto necessario lo smartphone: l'uso a lungo termine di smartphone sembra che provochi più facilmente una anteriorizzazione del capo, una rigidità della muscolatura del collo, del torace e della colonna spinale, uno squilibrio dei pattern muscolari e una riduzione della funzione dei tessuti molli (particolare attenzione va data al tessuto connettivo), che favoriscono il movimento di estensione della regione cranio-cervicale (Kim and Kim, 2016)
Muoversi durante la giornata lavorativa: mantenere costantemente una posizione non fisiologica della regione cranio-cervicale, al fine di regolare il livello degli occhi, sembra che provochi un importante affaticamento dei muscoli della parte posteriore del collo e un'eccessiva pressione sulle faccette articolari; infatti la combinazione di estensione nella regione cervicale superiore e flessione nella regione cervicale inferiore causa un carico articolare e muscolare eccessivo e successivamente influenza la debolezza dei muscoli cervicali profondi (Mahmoud et al, 2019)
Favorire l'elasticità dei tessuti: sembrano esserci effetti a lungo termine in termini di diminuzione della flessibilità, della resistenza dei muscoli del collo e della gamma dei movimenti artrocinematici cervicali negli adolescenti, che predispongono al dolore al collo negli adulti (Mahmoud et al, 2019)
Mantenersi in allenamento: un allenamento più specifico dei muscoli flessori cranio-cervicali può aumentare efficacemente l'attivazione muscolare e migliorare la capacità di mantenere la postura eretta del rachide cervicale durante una seduta prolungata (Sabbarayalu and Ameer, 2017)
Non pensare solo loco-regionalmente: non esiste solo una correlazione cranio-cervicale, ma sembra che in una condizione di cefalea tensiva sia presente anche un'importante associazione tra regione cervicale e la cifosi toracica (Singla and Vegar, 2017)