Dal glossario della terminologia osteopatica (2009)
La disfunzione osteopatica, o denominabile anche somatica, è una funzione alterata o non più eseguibile, per quanto concerne tutte le strutture del corpo umano, sia osteo-artro-mio-fasciali (ossa, articolazioni, muscoli e fasce), sia vascolari (arterie, vene, fino al letto capillare), linfatici o neurali (sistema nervoso periferico, centrale e autonomo).
E' possibile descrivere la disfunzione attraverso parametri asimmetrici di posizione o di movimento (sulle direttive in cui il movimento è più libero o più ristretto) o di tempistica, infatti può essere acuta (CARATTERISTICHE TISSUTALI: infiammazione, vasodilatazione, contrazione ed edema) o cronica (CARATTERISTICHE TISSUTALI: dolorabilità, prurito, fibrosi, parestesie e contrazione tissutale).
La valutazione di una disfunzione osteopatica avviene attraverso la palpazione e la presenza di dolorabilità, riferita dal Paziente. La disfunzione può essere PRIMARIA, quando mantiene uno schema posturale disfunzionale o che è comparsa prima o SECONDARIA, quando è la risultante di una risposta meccanica o neurologica aberrante; questa risposta è causata da una sensibilizzazione (periferica e centrale) del sistema nervoso (autonomo e centrale) che convoglia le informazioni dalla periferia al ai centri superiori, grazie a una soglia di attivazione più bassa rei recettori rispetto a quella fisiologica; questa modifica nell'attivazione delle fibre libere insite nel tessuto permette a uno stimolo in entrata di minor intensità di innescare la trasduzione dell'impulso.
Quanto descritto può essere riassunto nell'acronimo T.A.R.T.:
(T) tenderness = dolorabilità e alterazioni della sensibilità
(A) asimmetria di movimento e relativa posizione
(R) restrizione di movimento
(T) texture = cambiamento della trama tissutale.