Fonti: Fearing et al, 2018 - Wall et al, 2017 - Wang, 2006
La terapia manuale, di cui fa parte anche la terapia manipolativa osteopatica, ha le sue basi assolutamente e senza dubbio a livello corporeo, ma non solo a livello degli strati più superficiali, come si può facilmente pensare.
Perché un Osteopata deve quindi studiare la biologia oltre all'anatomia? Perché si deve ricordare come funziona una cellula? La biomeccanica e la bio-chimica come si traducono durante la terapia manuale?
Geri et al, 2019
A tutto questo si risponde ricordandosi dell'unità fondamentale del corpo, ossia la cellula: essa è in grado infatti di risponde, grazie a diversissimi meccanismi, a diversi stimoli fisici provenienti dall’esterno, come ad esempio alla tensione o alla compressione. Essa deve necessariamente saper rispondere anche a questo tipo di stimoli, al fine di raggiungere la sua omeostasi o un nuovo equilibrio, come nel modello della tensegrità introdotto da Ingber. Le forze vengono trasmesse attraverso la matrice extra-cellulare e il network del citoscheletro, dove si possono trasdurre segnali meccanici in segnali chimici.
Tutti i tessuti corporei sono così in grado di modificare il loro metabolismo (es. con un diverso tipo di collagene prodotto in risposta al movimento) in base alle forze meccaniche a cui sono sottoposti (sia nell'allenamento che nella mobilizzazione passiva), come anche la loro struttura (vi è un aumento della produzione di citochine e di fattori di crescita e una nuova sintesi proteica per esempio nei fibroblasti sottoposti a stiramento) e come pure per le proprietà meccaniche e bio-chimiche.
Quale è il fine ultimo? L’adattamento! Sia nella fisiologia che nella patologia, ad esempio durante un eccesso di allungamento ripetitivo del tendine, le varie cellule della zona corporea interessata producono un numero maggiore di mediatori infiammatori, come le prostaglandine o i leucotrieni, attraverso un complesso segnale di trasduzione a cascata.
Le nostre strutture corporee devono essere in grado di adattarsi ai vari movimenti o al carico del peso (che può cambiare repentinamente), grazie a un rapido (purtroppo non sempre efficace) rimodellamento biologico, in base agli stimoli ricevuti, come ed esempio nel disco intervertebrale.
Quindi le deformazioni tensive e compressive che si hanno durante una seduta osteopatica o durante un percorso di terapia manuale producono un notevole cambiamento a livello dello scorrimento dei fluidi, nella comunicazione inter-cellulare, ma anche a livello pressorio e tensivo, a livello delle varie strutture corporee, generando una diversa biosintesi ed espressione genica, proteica e citochinica.