I disturbi del sonno in età pediatrica possono essere frequenti e possono essere legati ad una moltitudine di problematiche (Rheault, 2018) (clicca https://gpesentib.wixsite.com/osteopata/forum/neonati-bambini/disturbi-del-sonno-nel-bambino), come ad esempio:
(1) traumi fisici (in primis il parto! Come è andato?) e non (traumi psico-emotivi difficili da esprimere ed elaborare per il bambino o addirittura per il neonato - uso di fumo e alcool durante la gravidanza)
(2) percezione di dolore (uno dei focus del trattamento osteopatico)
(3) un ambiente casalingo o scolastico che non permette al neonato/bambino di rilassarsi adeguatamente (stimoli luminosi e sonori eccessivi, temperature non idonee, posizioni scomode e/o imposte)
(4) disturbi a livello del sistema respiratorio (Jacq et al, 2017) (Vandenplas et al, 2008) (es. episodi di broncospasmo o apnee notturne)
(5) del sistema gastro-enterico (es. rigurgito, reflusso, dispepsia, coliche o stipsi - in assenza di patologia, dobbiamo comunque ricordare che il sistema nervoso enterico matura dopo qualche mese dalla nascita)
(6) del sistema cardio-vascolare
Per questi motivi è bene consultare il Pediatra per la parte morfo-funzionale e patologica del piccolo Paziente, ma anche avere un supporto dalla propria famiglia di origine e/o a livello scolastico.
Nonostante quanto sopra descritto però, dobbiamo ricordarci che la tempistica dei cicli circadiani fisiologici mostra una notevole variabilità interindividuale, ma non solo, anche nel corso della vita di ognuno. Sebbene il modello sonno-veglia della maggior parte dei bambini includa un pisolino pomeridiano, l'associazione tra il sonnellino e la fase circadiana nella prima infanzia rimane inesplorata (Akacem et al, 2015).
Dal punto di vista osteopatico (quando è appurato che non ci siano evidenti patologie dei sistemi sopracitati e che ci sia un adeguato supporto psico-emotivo del piccolo Paziente), sebbene non ci siano molti studi al riguardo, sia durante l'analisi funzionale che durante il trattamento pediatrico (attraverso adeguati stimoli tattili, per tipo, durata e intensità) si deve plausibilmente pensare a (Jäkel and Von Hauenschild, 2011):
Rinvenire la disfunzione primaria e operare verso la sua risoluzione
Riequilibrare la funzione del sistema nervoso autonomo (scorrimento del nervo vago attraverso i tessuti molli ove decorre)
Rilasciare i tessuti molli (in particolare a livello del cranio e della colonna spinale)
Mobilizzare i tessuti articolari
Stimolare il flusso del liquor cefalo-rachidiano (punto su cui ci sono più dubbi in letteratura - nella pratica osteopatica si può effettuare attraverso tecniche specifiche per l'asse tra cranio e osso sacro) (Jäkel and Von Hauenschild, 2011)