La malocclusione è definita come: "un problema nel rapporto tra i denti superiori e quelli inferiori e nel loro adattamento durante la chiusura e la masticazione".
A seguito di questa definizione, si può pensare che il focus della malocclusione sia soltanto a livello del massiccio facciale, mentre la realtà è che l'articolazione temporo-mandibolare è un punto di incontro fondamentale di adattamento di tutte quelle forze che provengono dal capo, dalla colonna cervicale, ma anche da zone anatomiche molto più lontane da essa.
Malocclusione e sistema visivo
Si è visto come la stimolazione visiva e in particolar modo uno sforzo visivo importante e costante (es. uso del computer, uso di fonti luminose prolungato, occhiali non idonei all'alterazione visiva del soggetto...) possa essere correlata ad una occlusione non simmetrica e/o eccessiva. Inoltre l'esperienza clinica in bibliografia di alcuni studi dentistici afferma che la latero-deviazione mandibolare possa essere collegata alla dominanza dell'occhio e ai difetti di convergenza oculare.
Malocclusione e attivazione aree senso-motorie
La malocclusione non è una problematica che concerne unicamente il contatto dentale e l'omeostasi (benessere) dell'articolazione temporo-mandibolare, ma si è appurato che vi sia anche una forte correlazione biunivoca e reciproca in una situazione di incoordinazione motoria, a seguito di processi di neuroplasticità della corteccia motoria e del cervelletto.
Malocclusione e appoggio plantare
Questa correlazione non è confermata da tutti gli studi annoverati in bibliografia, ma vi è l'ipotesi che l'occlusione possa determinare una modifica nel carico a livello plantare e uno stimolo per l'adattamento della superficie bipodalica. Inoltre sembra che vi possa essere anche un'influenza sulla distribuzione del carico tra la regione dell'avampiede e del retropiede.
Malocclusione e zona cranio-cervicale
Se la relazione tra malocclusione e appoggio plantare non è così sicura, la correlazione tra occlusione e posizione del capo è molto considerata negli studi sperimentali e di revisione, infatti la dissipazione delle forze extra-occlusali che derivano dalla colonna cervicale, e in particolar modo dalla cerniera OAE (cervicale alta: occipite + atlante + epistrofeo) interessa anche il palato, l'osso mandibolare e il suo condilo e quello mascellare.
La capacità masticatoria, la posizione dentale e la crescita cranio-facciale a lungo termine sono permesse da diversi fattori: (1) dal corretto contatto dentale (che segue una rigorosa programmazione neuro-muscolare) (2) dall'efficiente azione dei muscoli masticatori (in particolar modo dobbiamo considerare il muscolo massetere, lo pterigoideo esterno e quello interno e il muscolo temporale) (3) dalle forze del morso e (4) dai modelli di masticazione.
= tutti questi fattori determinano sia in fisiologia che in patologia dei cambiamenti e dei (mancati se in patologia) adattamenti nell'omeostasi articolare dell'articolazione temporo-mandibolare, la quale per svolgere le sue corrette funzioni deve essere sempre in grado di adattarsi e modificarsi funzionalmente.