La maggior parte dei Pazienti adulti che vedo in studio, lamentano dolore a livello della colonna spinale, soprattutto a livello delle lordosi, quali colonna cervicale e lombare, spesso in associazione a una condizione di protrusione, discopatia, erniazione o bulging discale.
Ma qual è la differenza fra i diversi tipi di degenerazione discale?
Per capire la patologia discale, partiamo dalla sua fisiologica struttura:
un’unità vertebrale è costituita dalla vertebra soprastante, dalla vertebra sottostante, con interposto un disco intervertebrale, composto da un anello di tessuto fibro-cartilagineo esterno e da un nucleo polposo all’interno, di matrice gelatinosa (Donnally et al, 2020) (Dydyk et al, 2020) (Kushchayev et al, 2018) (Omidi-Kashani et al, 2016).
Quindi, quando parliamo di degenerazione discale, intendiamo i cambiamenti rilevanti che si instaurano a carico dell’architettura e della configurazione biochimica del disco (sia della componente fibrosa che polposa), che modificano le capacità di dissipazione del carico e delle forze, a causa di stimoli meccanici e metabolici (Kushchayev et al, 2018).
a) colonna senza degenerazione dei tessuti rachidei b) colonna con degenerazione dei tessuti rachidei
Tipi di degenerazione discale e articolare, a carico dell’unità vertebrale:
--> Erniazione (differenti gradi di erniazione del nucleo polposo, rispetto allo spazio intervertebrale, che non portano sempre a una condizione di dolore) (Donnally et al, 2020) (Dydyk et al, 2020) (Kushchayev et al, 2018) (Omidi-Kashani et al, 2016) (Vialle et al, 2010); l’erniazione può verificarsi in tutte le zone del disco, con più o meno frequenza, a causa della perdita dell’integrità strutturale dell’anello fibroso (erniazione postero-latrale, la più frequente, postero-mediana, centrale, paracentrale, foraminale o extra-foraminale) (Kushchayev et al, 2018).
- Fissurazioni dell’anello fibroso esterno (Kushchayev et al, 2018) (Yang et al, 2015): vi è un aumento della pressione intra-discale e un cambiamento della struttura dell’anello fibroso
- Protrusione: l’anello fibroso rimane intatto; prevale quindi la larghezza del disco, rispetto alla sua altezza; può risultare focale o concentrica (bulging protrusion)
- Estrusione: anello fibroso profondamente compromesso, ma il nucleo polposo rimane all’interno dello spazio del disco; prevale l’ambiente altamente infiammatorio descritto nell’istopatologia
- Sequestro: presenza di frammenti liberi che possono migrare superiormente o inferiormente, al di fuori dello spazio del disco e discontinuità tra il materiale erniato e il disco intervertebrale
--> Compressione radicolare o del sacco durale (Donnally et al, 2020) (Dydyk et al, 2020) (Yang et al, 2015): compressione della compagine neurologica, che porta un dolore irradiato e debolezza in specifiche zone/strutture anatomiche (Kushchayev et al, 2018); è presente dolore solo se la degenerazione discale comprime strutture altamente innervate, come la suddetta radice nervosa o il legamento longitudinale posteriore (Dydyk et al, 2020) (Omidi-Kashani et al, 2016) (Vialle et al, 2010)
--> Ipertrofia, espansione e spondilosi dei tessuti rachidei (Donnally et al, 2020) (Kushchayev et al, 2018): in particolar modo si considera il legamento giallo e le faccette articolari, in associazione ad una ipertrofia sinoviale e presenza di cisti
--> Dissecazione del nucleo polposo (Kushchayev et al, 2018): stress assiali meccanici anormali e trasporto inefficiente dei metaboliti possono causare una disparità a livello dei condrociti che costituiscono il nucleo polposo
!!! Istopatologia (Donnally et al, 2020) (Kushchayev et al, 2018) (Yang et al, 2015) (Vialle et al, 2010): si è visto che è presente una compressione importante della componente vascolare, che convoglia fisiologicamente ossigeno e nutrienti alle strutture articolari e nervose (Omidi-Kashani et al, 2016); tale compressione avrà un effetto ischemico sulle strutture sopracitate e indurrà un significativo processo infiammatorio nella zona (saranno presenti cellule infiammatorie infiltranti e sostante pro-infiammatorie, come le citochine, le chemochine, il TNF-alfa e i macrofagi).
Perché indagare anche a livello strumentale una condizione discale del genere (Kushchayev et al, 2018)?
(1) è necessario caratterizzare accuratamente il processo patologico del segmento coinvolto
(2) è necessario identificare la sequenza dei cambiamenti degenerativi e predire le future anormalità
(3) è necessario confermare sottili o nascoste anormalità, attraverso segnali indiretti
(4) è necessario assistere i Medici competenti nel trovare la causa di dolore e dei sintomi neurologici
(5) è necessario scegliere il miglior trattamento per i Pazienti presi in cura
(6) nessun cambiamento degenerativo dovrebbe essere considerato come un evento isolato o riportato come un mero ritrovamento a sè stante